L’alleanza per un turismo amico della biodiversità

L’alleanza per un turismo amico della biodiversità

L’alleanza per un turismo amico della biodiversità


Tutela della natura e biodiversità sono sempre più legati a turismo e viaggi. Il settore vacanze sposta ogni anno oltre 2 miliardi di persone e rappresenta il 10% del Pil mondiale, con 8,5 mila miliardi di ricavi nel solo 2022. Dalle camminate nella Natura ai safari, dalle immersioni subacquee al turismo balneare, sono tanti gli ambiti dove villeggianti e natura interagiscono. Se per l’uomo il ritrovarsi in ambienti naturali offre benessere psico-fisico, non sempre è lo stesso per gli ecosistemi. “Il turismo sta contribuendo sempre più alla perdita di biodiversità”, spiega Julia Simpson, Presidente e Ceo del World Travel & Tourism Council, a causa della continua costruzione di nuovi hotel e villaggi turistici, di infrastrutture per il trasporto e aeroporti e per i comportamenti scorretti da parte dei turisti. “Per questo dobbiamo invertire la rotta, non è solo la Natura che dipende dal turismo, ma anche il turismo dipende dalla Natura”.

Per sostenere l’importanza del settore pubblico e privato nella transizione verso un turismo sostenibile è stata lanciata a Montreal un’alleanza tra Unwto, l’Organizzazione Onu del turismo mondiale, World Travel & Tourism Council e Sustainable Hospitality Alliance, per promuovere all’interno del settore turistico il Global Biodiversity Framework, l’accordo Onu sulla biodiversità globale che dovrà essere approvato a Cop15 entro il 20 dicembre. “Lo scopo dell’accordo è di fermare e invertire la perdita di biodiversità nel nostro settore entro il 2030”, annuncia Julia Simpson, “Abbiamo lanciato una road map per emissioni zero nel settore turistico a Glasgow lo scorso anno e in settembre una guida per il turismo nature-positive (ovvero in grado di ripristinare l’ambiente danneggiato, ndr). Ora dobbiamo far capire l’impatto dell’accordo sul settore privato”.

I firmatari si sono impegnati a salvaguardare la biodiversità riducendo le emissioni di CO2, l’impatto dell’inquinamento, l’uso insostenibile delle risorse e ripristinando la natura con la sua fauna selvatica. Anche reperendo risorse economiche.

“Il solo turismo faunistico, che spesso ha la funzione di sostenere parchi ed aree protette, genera oltre 340 miliardi di dollari ogni anno di fatturato e sostiene più di 21 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo” illustra Julia Simpson. Una fetta di questi ricavi potrebbero essere usati per l’implementazione del Global Biodiversity Framework. Finora hanno aderito quasi 150 organizzazioni, inclusi gruppi alberghieri internazionali, tour operator, agenzie di viaggio, destinazioni e enti di beneficenza internazionali per la fauna selvatica. Molti altri si aggiungeranno nei prossimi anni. “La presenza di UNWTO nell’alleanza servirà per coinvolgere i governi e le organizzazioni internazionali e annunciare la visione condivisa del turismo come pilastro della conservazione della fauna selvatica e della protezione dell’habitat”, spiega Zoritsa Urosevic, direttrice esecutiva dell’Unwto.

Come tenere traccia del lavoro del settore turistico per vedere se effettivamente si metteranno in pratica i principi dell’accordo sulla biodiversità? Alla base della rendicontazione del settore ci sarà il monitoraggio e la raccolta dati del Unwto, che applicherà un innovativo sistema di misurazione della sostenibilità del turismo (Mst) e coinvolgerà la rete internazionale di osservatori del turismo sostenibile (Insto), sfruttando anche dati satellitari. Grande focus su mari e aree costiere. “Circa il 40% della Blue Economy globale è legata al turismo, secondo i dati dell’Unwto – spiega Zoritsa Urosevic – “e lavorare sulla tutela delle aree marine è una strategia chiave per preservare ambienti senza i quali il turismo perde attrattività. Basta vedere il grande lavoro che si fa oggi sulle barriere coralline nelle destinazioni balneari. Senza lo spettacolo della natura marina i turisti vanno altrove”.

 

Anche la montagna non va dimenticata: “È un ambiente fragile che ha visto un boom di presenze durante la pandemia, quando la gente cercava luoghi quieti, remoti, incontaminati. Per questo abbiamo creato un programma di sostegno per contenere gli impatti ambientali”. Attenzione anche sulla plastica: quella monouso dovrà sparire dal turismo e in generale “se ne dovrà ridurre sensibilmente il consumo”, continua Urosevic. “Per questo Unwto ha siglato un’alleanza con la Ellen MacArthur Foundation per rendere il settore plastic free.

“Un ruolo particolare di tutela della biodiversità nel turismo lo dovranno avere le popolazioni indigene e locali. “L’80% della biodiversità è protetta dal 5% della cittadinanza, le comunità indigene. Abbiamo lanciato alcuni progetti bandiera – uno a Panama – per mostrare quanto è importante coinvolgere le comunità indigene in questi progetti, rispettando i loro diritti e la loro dignità”. Spesso, per proteggere specie in pericolo, le riserve naturalistiche escludono le comunità native dalle aree protette, con gravi impatti sociali ed economici. Per questo motivo i tre rappresentanti dell’alleanza richiedono che i diritti e il ruolo delle popolazioni indigene siano chiaramente menzionati nel documento finale del negoziato di Montreal. “Lo sviluppo di un turismo rispettoso della biodiversità deve essere fatto a livello locale”, continua la segretaria Unwto. “È meglio riscuotere localmente le ecotasse per sostenere il settore, così che la cittadinanza locale veda come sono spesi i soldi nella tutela della natura”.

 

Discorso diverso per chi vuole trovare un modo per compensare le emissioni di CO2 dei propri viaggi. “La compensazione delle emissioni, in particolare del settore aereo sono inefficaci e manca ancora uno standard comune“, sostiene Zoritsa Urosevic. “Mentre ci sono grandi opportunità per il blue carbon, il ripristino degli ecosistemi marini in grado di assorbire grandi quantità di CO2“. Intanto vale sempre il consiglio “travel local”: più turismo locale e meno viaggi internazionali, ben selezionati e di lunga durata. Evitando quelle destinazioni che lucrano sullo sfruttamento eccessivo della natura, che siano nuovi impianti di sci o mega-resort nella giungla.



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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-12-14 11:22:27 ,

www.repubblica.it

[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-12-14 11:22:27 ,
Il post dal titolo: L’alleanza per un turismo amico della biodiversità scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2022-12-14 11:22:27 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue

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